Passa ai contenuti principali

Post

PARTECIPAZIONE POLITICA

La partecipazione politica include tutte le azioni che i cittadini intraprendono liberamente allo scopo di produrre cambiamenti nella vita della collettività. Il fenomeno della partecipazione politica è molto antica e  esso risale alla democrazia ateniese, nella quale i cittadini liberi partecipavano direttamente alle decisioni della vita della pôlis (democrazia diretta). Nelle democrazie   attuali, invece, la partecipazione non può più essere diretta, perché lo Stato moderno ha un'estensione territoriale che le città greche non possedevano: pertanto il popolo, a cui appartiene la sovranità, oggi la esercita attraverso i suoi rappresentanti liberamente eletti.  la forma per eccellenza di partecipazione politica è quella delle consultazioni elettorali.  Oltre al voto, negli Stati democratici ci sono altre modalità per partecipare alla vita politici, che possono essere classificate a seconda dell'impegno che richiedono alle persone: • una modalità di partecipazione semplice e p
Post recenti

WELFARE STATE

ORIGINI E PRINCIPI  Nella seconda metà del XX secolo, gli Stati europei sconvolti dalla guerra e dall'esperienza totalitaria ritornarono alla legalità e alla democrazia. In questo contesto storico si affermò un nuovo modello di rapporto tra Stato e società, efficacemente indicato dall'espressione Stato sociale (o Welfare State, letteralmente "Stato del benessere"), che rappresentò una tappa significativa del processo di integrazione tra Stato e società. Il Welfare State è lo Stato che non abbandona il cittadino, ma lo assiste in ogni momento della sua esistenza, fornendogli gratuitamente una serie di servizi essenziali (formativi, sanitari e assistenziali di vario tipo) a cui un tempo provvedevano le famiglie e le associazioni caritatevoli o solidaristiche. Storicamente il Welfare State fu messo a punto per la prima volta dal governo laburista britannico tra il 1945 e il 1950 con l'attuazione del servizio sanitario nazionale gratuito.  Successivamente diffuse in a

LO STATO MODERNO E LA SUA EVOLUZIONE

STATO MODERNO E SOVRANITà La parola "Stato", adottata nel Principe (1513) di Niccolò Machiavelli (1469-1527) per indicare il potere politico organizzato, deriva dal latino status, termine usato originariamente per designare una "posizione" o situazione, tanto pubblica e collettiva quanto personale e individuale. Nell'espressione status rei publicae il termine indicava la situazione dello Stato (in latino res publica, cioè "cosa che riguarda la comunità"). Con il  tempo, l'espressione res publica (da cui il nostro "repubblica") ha finito per designare  una forma di Stato specifica, quella repubblicana, per l'appunto. Per alludere al genere, e non solo a una specie particolare, si è adottato invece il termine status, ovvero "Stato', che contraddistingue il lessico politico dell'Europa moderna. Secondo Max Weber, il cambiamento di significato del termine "Stato" corrisponde a  un cambiamento radicale nella natura d

IL POTERE

CHE COS'è IL POTERE ln generale, con il termine potere si intende la capacità di ottenere degli effetti, di produrre dei cambiamenti o di esercitare un'influenza. Nell'ambito particolare dei rapporti interpersonali e sociali, il potere coincide con la capacità, posseduta da singoli o da gruppi, di modificare il comportamento di altri singoli o di altri gruppi. Da questa definizione possiamo ricavare due aspetti fondamentali del potere: • in primo luogo, si tratta di un concetto che non si riferisce a una cosa, a un'entità, ma che coglie una relazione tra due singoli, tra due gruppi o tra un singolo e un gruppo; • in secondo luogo, quello di potere è un concetto bifronte, perché si può riferire sia a un comando impartito da un uomo (o da un gruppo) a un altro uomo (o gruppo), sia a un semplice "poter fare", "essere in grado di".  Di tale duplice natura ognuno di noi ha senz'altro fatto esperienza fin da quand'era piccolo: lo sviluppo fisico e

OSSERVAZIONI

Nei primi anni Cinquanta del Novecento Howard Becker (nato nel 1928) un giovane ricercatore di  Chicago che ha precocemente conseguito la laurea presso l'università in quella Città e ha già maturato una certa esperienza come pianista jazz.  Questa duplice -anima' che lo caratterizza lo porta a posare il suo sguardo di sociologo sul mondo dei musicisti: da questa esperienza di osservazione nasce il saggio "la cultura di un gruppo deviante: il musicista da ballo, comparso originariamente sull'"American Journal of Sociology" nel 1051 e poi confluito, con altri saggi dell'autore, nel volume Outsiders, pubblicato nel 1963. la ricerca di Becker si muove nel solco della scuola di Chicago e della metodologia che la caratterizza: quella della ricerca etnografica, basata sull'utilizzo dell'osservazione partecipante e finalizzata alla ricostruzione delle cosiddette subculture, complesso di idee, norme e Modelli di  comportamento che, all'interno caratter

GLI STRUMENTI DI INDAGINE DEL SOCIOLOGO

METODI QUALITATIVI E QUANTITATIVI I metodi utilizzati nella ricerca sociale sono stati classificati in vari modi tenendo conto di alcune caratteristiche che li accomunano. una classificazione molto nota distingue tra metodi qualitativi e metodi quantitativi. I metodi qualitativi producono resoconti, analisi approfondite, descrizioni e valutazioni della realtà sociale in cui la quantificazione numerica è modesta o del tutto assente, mentre è centrale la preoccupazione di capire come e perché si verificano certi fenomeni sociali. Appartengono ai metodi qualitativi l'osservazione partecipante, l'intervista libera non strutturata, la trascrizione di fonti orali, le storie di vita. I metodi quantitativi, invece, si interessano maggiormente del "quanto e quante volte" e danno luogo a misurazioni dei fenomeni sociali sinteticamente esposte sotto forma di tabelle e statistiche numeriche (codice digitale) o di rappresentazioni grafiche (codice analogico). Appartengono ai metod